La supposta è dentro di te

“Molte donne amano mettersi in casa un animale. Per questo a volte si sposano.”
“Il sadico è uno che ha sempre bisogno di qualche donna da distruggere. La masochista è più autosufficiente: se la controparte scarseggia può anche fare tutto da sola.”
“Ho chiesto a una mia amica psicologa come si fa a stare per tanti anni con un maledetto: mi ha detto che bisogna saperlo prendere. Però non ha specificato dove.”
“La donna autodistruttiva si divide in due categorie: la deficiente che non sa guidare e quella che si lascia guidare da un deficiente.”
“Stare con un maledetto comporta tre fasi: la fase croce e delizia; la fase croce rossa; la fase croce e basta.”
“Quando vedi una donna con un cane, spesso non ha un cane o sta con un cane.”
“A volte ti chiedi perché continui a farti del male. La supposta è dentro di te.”

Il settimo volume della serie è dedicato a chi pensa che la soluzione di un problema è un problema più grave del problema stesso.
A tutti quelli che per curare la depressione si danno ogni tanto una martellata su un dito, così si sentono meglio dopo che è passato il dolore.
A tutte le coppie in cui lei vuole cambiare lui e lui vuole cambiarle i connotati.
A tutte le ragazze contagiate da un patogeno molto pericoloso per la salute psicofisica femminile: il fabriziocoronavirus.
A tutte le donne che scrivono lettere d’amore ai serial killer e ai criminali più efferati, carcere di massima sicurezza 41-bis.
Particolarmente consigliato dopo un pasto abbondante: sostituisce l’amaro.

Elisabeth V.A., nome in codice Brianna, è nata il 25 luglio di un anno imprecisato della seconda metà degli anni ottanta, in un paese imprecisato tra le Alpi e il Polo Nord.
La precisione e la geografia non sono mai state il suo forte.
Parla di sé in terza persona perché non è troppo in sé.
Attratta come tante ragazze dal mondo della moda, appena arrivata a Milano è entrata e scappata nel giro di 24 ore da un’agenzia di fottomodelle (il refuso è puramente voluto).
Successivamente ha lavorato in pubblicità come copriwater, poi ha cambiato aria perché anche quella del water non era delle migliori.
Dopo diciotto mesi di precariato nella pubblica amministrazione italiana ha sentito il bisogno di iscriversi a Psicologia, anche se forse Psichiatria sarebbe stata più indicata.
Una notte di mezzo inverno, appena uscita da un cubo di ghiaccio ha osservato che una caldaia in blocco riprende a funzionare se inserisci la spina nell’altro verso.
Applicando lo stesso principio, dopo un’esperienza fallimentare di cucina creativa e scrittura tradizionale ha invertito le polarità: da allora si dedica alla cucina tradizionale e alla scrittura creativa.
È vincitrice del Premio Internazionale “The Dumbest Self Marketing in the World”.
Odiando mettersi in mostra ha fondato il Club degli Assenzialisti, di cui fanno parte a pieno titolo anche l’editore, la grafica e il webmaster.
Coerentemente con lo spirito del Club, i volumi che ha pubblicato sono ovviamente assenti dagli scaffali delle maggiori librerie mondiali.
Ama il cibo italiano (beh, non si può essere sempre originali…), la musica downtempo/trip-hop, la satira, i satiri (se esistessero…) e le persone serie, cioè quelle che non si prendono mai troppo sul serio.
Detesta tutto ciò che è corretto (caffè a parte), non sopporta le molestie e i rumori molesti: il termine comprende la TV, i social, la musica dei grandi magazzini, la politica, il gossip, gli stalkers compulsivi, i whatsappers ossessivi, i produttori seriali di fake news, i (cog)leoni da tastiera e in generale tutti quelli che non hanno nulla da dire ma lo dicono lo stesso.

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